Ancora una volta muore un centauro sulle strade italiane e ancora una volta un guardrail ne è la causa, ma alla notizia, già di per sé negativa, purtroppo se ne aggiunge un’altra.
Il conducente della moto si scontra con il piantone di un guardrail, divelto a causa di un vecchio incidente, e riporta ferite gravissime che lo condurranno alla morte. I familiari del motociclista decidono, quindi, di chiedere un risarcimento additando Autostrade per l’Italia come responsabile della morte. Non sono bastati tre gradi di giudizio per arrivare ad una sentenza giusta. La Corte di Cassazione decide di assolvere la società autostradale, a cui non viene data alcuna responsabilità per l’esito dell’incidente.
I magistrati sentenziano che «la perdita di controllo della moto è avvenuta prima e a prescindere dall’impatto con il guard-rail», la cui «deformazione era segnalata e visibile». Viene, quindi, attribuita solo e soltanto al motociclista la responsabilità di ciò che è accaduto, la cui «condotta ha avuto efficienza causale esclusiva e autonoma nella produzione dell’incidente».
Un altro episodio in cui non si fanno distinzioni tra cause di incidente e cause di lesione e la mancata conoscenza di tale argomento ha portato ad una sentenza di dubbia correttezza.
La legge è uguale per tutti, ma dovrebbe esserlo anche la cultura della strada.
L’articolo su La Stampa.