di Marco Guidarini, presidente AMI
La Comunità Europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno indicato ai “paesi civili” l’obiettivo prioritario di dimezzare il numero di vittime sulle strade entro il 2010 (ora entro il 2012).
La prevenzione, analogamente a quanto fa la Medicina, studiando patogenesi ed eziologia delle malattie, come influenza, AIDS, malattie cardiovascolari, richiede una capacità di analisi degli incidenti per riconoscere una catena di fattori, le cause di incidenti e le cause di lesioni che portano al danno alla salute, ovvero le C.I.I.N. (Conseguenze di Imprudenza, Imperizia e Negligenza).
In aeronautica e nel motociclismo professionistico, questo approccio professionale ha portato ad una drastica riduzione degli
incidenti gravi grazie alla collaborazione di piloti, ingegneri e medici.
Cause di incidenti
Nella maggior parte dei casi sono dovute ad errore umano del pilota, per imprudenza, imperizia o negligenza e possono essere conseguenti anche a preparazione ed allenamento inadeguati.
Per circa 1/3, invece, sono dovute all’ ambiente (non da tutti ben valutato, e qui si parla di percezione del rischio): asfalto usurato o con scarso grip, buche, curve pericolose per raggio variabile o pendenze inadeguate, incroci e rotatorie che inducono ad errori, e, quindi, causa di incidenti.
Cause di lesioni
Un’elevata lesività è conseguenza più della velocità di decelerazione e dell’impatto contro ostacoli (fissi o mobili) che della velocità in se stessa: questo spiega perché le strade urbane ed extraurbane fanno più vittime delle autostrade.
70 anni fa si disponevano incosciamente alberi e muretti ai lati delle strade, oggi si insiste incoscientemente con pali metallici di ogni forma e dimensione, una miriade di segnali di pericolo generico (quando il pericolo maggiore è il palo di sostegno!), lampioni (anche in esterno curva), guard-rail ghigliottina, tombini, marciapiedi, muretti a spigolo e, recentemente, rotatorie con ostacoli metallici ed “improbabili opere d’arte” in traiettoria dei veicoli!
Sono queste le cause di lesioni che uccidono già a 40 km/h (in Fisica 11 metri/secondo!) oltre all’impatto contro altri veicoli.
Frequentemente in Italia si dispongono “barriere di protezione” che, in realtà, sono guard-rail taglienti (cause di lesioni) e si costruiscono rotatorie con ostacoli in traiettoria di fuga che risultano pericolosissime…
La Comunità Europea non chiede questo!
Anche nella progettazione di infrastrutture devono essere analizzate le conseguenze di imprudenza, imperizia, e negligenza (CIIN)Nello studio della “catena di eventi” degli incidenti (una drammatica malattia moderna che uccide 6.000 persone all’anno…altro che influenza suina!) le Istituzioni e le Amministrazioni devono analizzare le cause di incidenti e le cause di lesioni, cioè le C.I.I.N., Conseguenze di Imprudenza, Imperizia e Negligenza, anche nella progettazione di infrastrutture.
Continuare a chiamare “incidenti” eventi prevenibili per numero e conseguenze è come continuare a chiamare “mali incurabili” quelli che oggi si curano benissimo.
La ‘Riserva di Sicurezza’ permette di salvare molte vite prevedendo l’errore umano o l’imprevisto.Il principio della “Riserva di Sicurezza” (sviluppato in Medicina, in Aeronautica, nel motociclismo ed in altri sport professionistici) salva migliaia di vite prevedendo “l’errore umano o l’imprevisto” (per questo il casco è obbligatorio…prima che si cada, le cinture sono obbligatorie prima, …), ma deve essere seguito anche da chi progetta, costruisce ed amministra le strade.
In Italia ci sono blackpoints che rimangono tali per anni anche dopo incidenti e l’unica cosa cha cambia è il numero di mazzi di fiori…
Mentre in aeronautica o in marina l’ambiente è un’ “opera divina”, l’ambiente stradale non è un’ opera divina…e si vede!
Gli stessi principi “salvavita” sono validi per gli ambienti di lavoro o per le opere di civile abitazione come la Casa dello Studente in Abruzzo.
Ricerca, innovazione, sviluppo, preparazione, addestramento e controlli su utenti, progettisti e gestori.La collaborazione tra AMI e l’equipe di ingegneri del centro DISTART, per Una Guida per Chi Guida e Una Guida per Chi Costruisce Strade segue il principio “forgiving drive, forgiving vehicles, forgiving roads” per evitare che vengano mantenute o costruite “No forgiving roads!”, ovvero strade che non perdonano l’errore umano, considerando che le strade costruite oggi rimarranno per anni nel futuro!
Le strade moderne non sono quelle dove si espongono centinaia di segnali di pericolo per non rispondere legalmente delle vittime!
Una prevenzione seria si fa solo investendo in R.I.S.P.A.C., cioè Ricerca, Innovazione, Sviluppo, Preparazione, Addestramento e Controlli.
Controlli su utenti, progettisti e gestori.
Questa è l’unica strada per non arrivare al 2012 ancora una volta in ritardo!
Vie di fuga senza ostacoli fissi sulle strade!
Due principi fondamentali per la sicurezza:
- dove è possibile, lasciare o creare vie di fuga, come un prato o una lieve scarpata
- infrastrutture quali segnali e barriere di protezione (guard-rail, new-jersey,…) non devono essere ostacoli fissi sulle strade e devono rispondere a requisiti di sicurezza con crash-test, analogamente a quanto avviene per i caschi
La Spagna ha dimostrato in proposito grande sensibilità attuando una normativa che è oggi la più completa in Europa.
La Prevenzione Passa Anche Per Strade Sicure [pdf, 124 KB]